2012/2013 | PRIMO CICLO
La cosa più incredibile riguardo l’universo
Un lettore della rivista americana Time a chiesto al Dr Neil De Grasse Tyson, astrofisico e popolare divulgatore scentifico, quale fosse, secondo lui, la cosa più incredibile riguardo l’universo. Nel video che segue, ecco la sua risposta.
Essere consapevoli che l'universo intero, noi compresi è composto da “elementi di base comuni” può anche gettare nuova luce sull'affermazione contenuta della Genesi: “Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò” (Gn 1,27)
Pensare che il Creatore “a nostra immagine e somiglianza”
sia il “simpatico vecchietto” rappresentato anche nella Cappella Sistina, oggi sembra poco più di una favola.
Ma ipotizzare che con Dio e tutto il creato potremmo avere in comune gli stessi “elementi di base”...
è una ipotesi estremamente affascinante.
Tema dell'incontro: LA PREGHIERA
Ma la preghiera cosa centra?
Possiamo dire che la preghiera
è una questione che riguarda
le “frequenze”
sulle quali ci sintonizziamo?
ALCUNE CONSIDERAZIONI E DUE ESPERIMENTI
Abbiamo visto che ci sono elementi comuni a tutto l’universo.
Partendo dalle ricerche di Albert Einstein...
E=mc²
...è l'equazione fisica che stabilisce l'equivalenza
tra l'energia (E) e la massa (m moltiplicata per c² il quadrato della velocità della luce) di un sistema fisico.
La comunità scientifica è sempre più propensa a pensare che l'intero universo derivi da un'unica energia, che è possibile definire come “vibrazione universale”.
La scala della meccanica quantistica
lega l’energia alla frequenza.
ESPERIMENTO 1) Prendiamo due diapason non collegati fisicamente tra di loro: se sono identici, quando si fa vibrare uno dei due diapason anche l'altro inizia a vibrare... e il secondo continua a farlo anche se si ferma il primo!
ESPERIMENTO 2) Se mettiamo del riso su una lastra di metallo e lo esponiamo a un suono ad alta frequenza, il riso si "dispone" formando disegni geometrici sempre più complessi all'aumentare della frequenza.
TORNIAMO ALLA PREGHIERA
La preghiera è una attività che nasce nel nostro cervello.
Il nostro cervello è un organo che emette impulsi elettrici
misurabili in termini di frequenza, durata e intensità
che variano a seconda della nostra attività.
Possiamo quindi considerare la preghiera come un'attività che ci fa vibrare a una determinata
frequenza e intensità
per una porzione di tempo definita... e che ci consente di modificare noi stessi
e la realtà che ci circonda.
Facciamoci caso...
Se preghiamo “senza convinzione”,
dopo un po’ il nostro corpo inizia ad assumere
forme condizionate dalla noia, o dall'irrequietezza; iniziamo a sentirci pesanti, affaticati
o incapaci di stare fermi e di sopportare anche
un solo secondo in più quella condizione...
insomma: il tempo non passa mai!
Chi, invece, pregando, riesce a
“sintonizzarsi sulla giusta frequenza”,
si accorge a malapena del tempo che passa,
i bisogni fisici vengono attenuati,
temporaneamente sopiti...
Non è facile trovare parole in grado di esprimere ciò che prova una persona che ha fatto “esperienza vera di preghiera”.
Illuminanti possono essere le parole di Adrienne von Speyr (1902 –1967), una dei maggiori teologi cattolici del XX secolo.
“Mentre ci stupiamo,
comprendiamo più profondamente,
esperimentiamo diversament
e,
siamo trascinati fuori dal nostro spazio,
nello spazio di Dio che dona,
siamo sollevati dalla nostra attesa
all’attesa dell’eterna parola che parla.
Là c’è sempre pienezza e sorpresa,
cadono le barriere,
si produce unità e tutto confluisce nella gioia.
E così diventa chiara
anche l’«unica cosa necessaria»:
ascoltare la parola di Dio,
sempre più grande,
che ha la sua origine presso Dio
nell’avvenimento della pienezza completa
e genera continuamente, in noi,
il nuovo che apre a Dio.
Qual'è, dunque “lLA COSA PIÙ INCREDIBILE DELL'UNIVERSO?”
È che noi possiamo modificare
l’universo di cui siamo parte,
in qualsiasi luogo,
in qualsiasi momento.
Attraverso la preghiera.
Ma come qualsiasi altra attività umana anche la preghiera, richiede dedizione e allenamento: per riuscire a pregare “bene” bisogna prima di tutto desiderare di farlo e poi disciplina e continuità.
Quindi...
IL DESIDERIO DELLA PREGHIERA
La preghiera è una realtà misteriosa e affascinante.
Vista da lontano e con una certa approssimazione pare che ne facciano esperienza solo alcune persone e non altre. A volte hai la sensazione proprio di questo: di qualcosa di riservato a pochi, forse legato al temperamento o a chissà quale dono speciale e incomprensibile.
Vorresti conoscere meglio il Signore, ma gli impegni quotidiani e le esigenze della vita del mondo sembrano renderti impossibile questo desiderio. Tutto procede a velocità sostenuta come in un inseguimento senza tregua nel quale è molto difficile trovare margini di sosta.
Inoltre facilmente percepisci anche un certo disagio: ti pare di non capire, di affrontare un’impresa senza dubbio affascinante, ma dai contorni incerti, impalpabili e, il più delle volte, pesantemente onerosi.
Certo, “sarebbe bello poter imparare a pregare”, ma la vita, pulsa altrove, su altri ritmi e altre obbedienze, amate o odiate che siano. Così per un verso la preghiera ti appare come qualcosa di semplicemente inutile, per un altro, quasi un lusso che non puoi o non riesci a concederti. Forse ti hanno anche detto che una buona preghiera non dovrebbe essere separata dalle ansie quotidiane, ma, intanto, continui a pensarla come l’ingresso in un mondo etereo e sospeso, riservato a pochi.
Infine, se cerchi di misurarne la sua rilevanza pratica, di giustificarla mostrando la sua utilità per ottenere qualcosa, essa ti sfugge immediatamente dalle mani: le categorie dell’utile, dell’immediato, del guadagno, del possesso non sono sicuramente le più efficaci per descriverla. La preghiera, alla fine, ha un solo fondamento, una sola ragione: è l’amore per qualcuno che si conosce e dal quale ci si sente profondamente amati, ben oltre le proprie aspettative. È un modo per descrivere una relazione in atto, così come chi si ama ha semplicemente bisogno di vedersi.
L’amore si paga sempre con l’amore.
La testimonianza
Marco, ventenne, al secondo anno di corso presso il Seminario Arcivescovole di Seveso, ci ha raccontato il suo cammino di avvicinamento alla preghiera.