Albese con Cassano, aprile 2011
In occasione del Concerto in memoria di don Carlo Giussani, parroco di Albese dal 1954 al 1994, salito al padre lo scorso anno, abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo un ricordo di un "albesiense" molto legato a don Carlo nel fluire delle vicende terrene.
Ho assistito da lontano al transito di don Carlo.
Come per tutte le persone veramente alte, anche nei suoi confronti mi risulta impossibile concepire la fine di un percorso, diversamente da un trasloco. Però Luigia, negli ultimi giorni, era affranta dalle lamentazioni informali dello zio.
Don Carlo si teneva sempre ben allineato all’invisibile tragitto verso il Padre, con il dubbio di essergli a volte dispiaciuto.La notte stessa della sua partenza per l’Altrove, mi sono ritrovato in un sogno.
Stavo all’ultimo piano della casa che abito, davanti alla finestra di una stanza che volge ad est. Mentalmente ho chiesto se fosse possibile sapere dove fosse adesso Don Carlo.
Subito mi sono sentito sollevare dal pavimento della stanza fino all’altezza della finestra, che poi ho attraversato senza aprirla e senza compiere altro sforzo che lo stare eretto.
Al di là della finestra, mi sono trovato in una sorta di nebulosa, piena di minute stelle.
Mi sono sentito in procinto di essere risucchiato verso l’alto.
Immagino sarebbe avvenuto alla velocità della luce, se non avessi subitaneamente formulato un altro pensiero: ”Ho capito; Don Carlo sta nell’Infinito, al cospetto del Padre. Mi basta aver compreso questo. Non voglio saperne di più, poiché, conoscendomi, rischierei di farmene un vanto”.
La mattina successiva al risveglio, ho comunicato a Luigia le risultanze del sogno. Come adesso mi è stato chiesto di fare con voi.
Un fanciullo albesiense