Albese con Cassano, 15 settembre 2024
Carissimi/e, con non poca trepidazione mi accingo a intraprendere un nuovo cammino con voi come parroco. Ancora non vi conosco ma avremo modo di farlo nel limite del possibile già in questi primi giorni: questo sarà per me il mio primo impegno.
Prima di tutto ringrazio don PieroAntonio per la sua accoglienza e ospitalità che ha avuto nei miei confronti già dalla prima volta in cui ci siamo incontrati. Don PieroAntonio ci lascia per motivi legati all’età ma sicuramente porterà con sé l’affetto e la riconoscenza di tutta la comunità. Lo ringraziamo per ciò che ha fatto e gli auguriamo di continuare a essere la luce del Vangelo ovunque sia chiamato a vivere il ministero sacerdotale.
Quando un sacerdote e quindi anche un parroco lascia una comunità e un nuovo pastore viene accolto è certamente un momento significativo per la parrocchia.
Il tema del partire e del viaggio come occasione di rinascita, di possibilità, di cambiamento, di incontro con l’altro/Altro diventa una sfida che interpella e che dovrà interpellare anche ognuno di noi. Questa è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo e che il Signore chiede ad ognuno di noi: «Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile». Vogliamo allora Camminare insieme. Dovremo imparare come comunità a camminare insieme sempre, alla presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo, nella sua promessa.
Impariamo a camminare insieme per costruire o meglio edificare la Chiesa di Gesù, la comunità. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore e la sua Parola di vita. Camminare ed edificare insieme la comunità per confessare la nostra fede in Gesù morto e risorto. Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo con la nostra vita il nostro impegno risulterebbe vano.
Camminare, edificare-costruire, confessare sono un impegno e una responsabilità per tutti. La cosa non sarà facile perché nel camminare, nel costruire, nel confessare, a volte ci sono scosse, o deviazioni di percorso che non sono proprio movimenti del cammino: sono situazioni a volte impreviste che ci possono portare alla rinuncia e al pessimismo. Il mio desiderio più bello è che questa comunità sia un luogo in cui tutti si sentano accolti, ascoltati, amati e incoraggiati con benevolenza a crescere nella fede.
La chiesa e la parrocchia è una famiglia di persone, che, pur con le loro differenze, si impegnano a volersi bene nel nome di Gesù. E come in ogni famiglia è importante che ci ascoltiamo, ci sosteniamo e camminiamo insieme.
Concludo: affidandomi alle vostre preghiere perché solo confidando nell’aiuto del Signore e nella vostra collaborazione potremo fare grandi cose.
Vostro parroco, don Walter