Riceviamo e volentieri pubblichiamo il resoconto di una vacanza "speciale" vissuta da alucne famglie della nostra parrocchia.
Quest'estate abbiamo sperimentato una vacanza a Taizè, qualcosa di diverso dal solito che ci ha lasciato davvero tanto. Una vacanza che, se da un lato non ha riposato il fisico, ha decisamente dato una scossa allo spirito.
Sia noi che i nostri figli ci siamo lasciati trascinare dal ritmo della comunità di Taizè: frati cristiani che accolgono giovani, meno giovani e famiglie per momenti di spiritualità e vita di comunità da più di 40 anni.
Non sapevamo bene cosa aspettarci, ma sicuramente ciò che abbiamo visto e vissuto ci ha inizialmente sconvolti e poi profondamente coinvolti. La giornata scandita da 3 momenti di preghiera, la riscoperta di alcuni brani di vangelo spiegati da un Frère e la vita di comunità.
Inizialmente quello che ci ha maggiormente colpito erano i momenti di preghiera: la chiesa immensa, seduti per terra su moquette, senza vincoli di nessun genere se non il rispetto di Dio e di coloro che erano presenti, quelle litanie in tutte le lingue da ripetere non so quante volte... tutto troppo diverso! Il primo pensiero la sera è stato “ma dove siamo finiti?”.
I momenti di riflessione poi… dopo la lettura del vangelo, nessuna predica, ma il silenzio per le riflessioni personali: all'inizio quei minuti sembravano non finire mai, mentre alla fine della settimana erano diventati troppo pochi, ci eravamo abituati a “riflettere” a “pregare in maniera diversa”, forse avevamo imparato ad aprire un po' il nostro cuore. In alcuni momenti avevamo la sensazione in quel silenzio di sentire le preghiere di tutti; a occhi chiusi si percepivano tutte le persone presenti come una forza silenziosa.
Le canzoni sono entrate nel cuore e nella testa, tanto da diventare una necessità. Ancora oggi, a distanza di due mesi, preghiamo in casa con quelle che ci sono piaciute di più e le andiamo a cercare su internet perchè sentirle ci tranquillizza, ci fa sentire parte di qualcosa.
Anche i figli sono rimasti profondamente coinvolti da Taizè; che bello sentirli domandare: «Che ore sono? Quanto manca alla preghiera?», la stessa ansia di quando al mare chiedono quanto manca per fare il bagno!
E poi quel senso di accettazione, di unità: cristiani senza distinzione, ortodossi, cattolici, copti... insieme a pregare! Ragazzi con la cresta, con i capelli rosa, arancioni, blu, vestiti in ogni foggia, che al suono delle campane abbandonano tutto e entrano in chiesa e si inginocchiano, quasi più seriamente di noi genitori adulti: non eravamo più abituati a vedere e a toccare con mano un richiamo così forte, un richiamo silenzioso, perchè lì nessuno obbliga nessuno, ma tutti sono attratti dalla Croce.
Altro elemento: la vita di comunità! Vivere insieme, aiutarsi anche se si parlano lingue diverse... ma il vero linguaggio era uno solo e universale: quello dei seguaci di Cristo.
Ancora una volta, sono stati i figli a sorprenderci: hanno mangiato quello che c'era, non hanno mai usato né desiderato di usare Nintendo o PSP, ci si alzava alle 7:30 per la preghiera delle 8:30 (la colazione veniva dopo)… e nessuna lamentela! E con tutto questo la continua richiesta era: «Quando torniamo a Taizè?» risposta: «Fra 2 anni, prima non si può». «No, vogliamo tornare l'anno prossimo!».
Tornare a casa è stato strano, non si riescono a trovare gli stessi momenti di preghiera, la vita di comunità non c'è… tutto questo ci manca e ci si fa trascinare di nuovo dal tran tran quotidiano.
Ma nel cuore è rimasto tanto, e si è imparato tanto, nella semplicità delle cose, dai momenti di silenzio, alle preghiere sotto la pioggia, ridendo.
Taizè è una comunità cristiana monastica ecumenica nel cuore della Francia che tutte le settimana dell’anno apre le sue porte ai giovani (fino a 6 mila a settimana) e in alcuni periodi dell’anno anche alle famiglie e agli adulti (in particolar modo nel periodo estivo).
Si è ospiti dei "frére" e si condivide, nella semplicità, per una settimana, la loro vita quotidiana scandita dalla preghiera e arricchita da molteplici occasioni di incontro in un clima di gioia, di momenti di studio di testi biblici e di dibattito e discussione su vari temi sviluppati nella ricchezza delle diverse lingue, esperienze e culture presenti.
L’accoglienza dei "frére" è rivolta a tutte le confessioni cristiane. Un’accoglienza e un’attenzione reale che si manifesta anche nei risvolti organizzativi.
I "frére" della comunità vivono unicamente del loro lavoro e non dispongono di personale per accogliere le migliaia di persone che arrivano tutte le settimane. Tutto è basato sulla partecipazione di ciascuno negli incarichi pratici. Ciò, oltre ad agevolare la conoscenza reciproca, consente di chiedere ai partecipanti solo un piccolo contributo alle spese di vitto e alloggio secondo le proprie possibilità. Non esiste un prezzo stabilito, ma solo un’indicazione del contributo da versare in base alla nazionalità, all’età e al numero di persone. A ognuna delle nostre famiglie è stato chiesto un contribuito a nostra scelta fra i 300 e 450 euro per tutta la settimana (il contributo chiesto a un giovane fino ai 30 anni è compreso fra i 50 e 70 euro a settimana).
Nella sua visita a Taizè del 1986, Papa Giovanni Paolo II rivolgendosi ai giovani esordì con queste battute: «Come voi pellegrini e amici della comunità il Papa è di passaggio. Ma si passa a Taizé come si passa accanto ad una fonte. Il viaggiatore si ferma, si disseta e continua il cammino.»
Alcune famiglie della parrochia di Albese con Cassano