"Lettera apera" redatta in occasione del Natale 2011 dal sempre caro don Gabiele Lovati.
Confida nel Signore e fa' il bene, abita la terra e vivi con fede.
(Sal 37 [36])
Caro uomo del terzo millennio… È ANCORA NATALE! ...ma che cosa è cambiato dall'ultimo trascorso?
Ciascuno di noi ha risposte diverse, alla luce degli eventi vissuti in questo 2011.
Ho l'impressione, però, che un'esperienza accomuni tutti: oggi abbiamo una grande instabilità e insicurezza riguardo al nostro futuro. Ad alcune sofferenze familiari, fatiche e incomprensioni negli affetti e nel lavoro, si aggiungono maggiori difficoltà economiche e ingiustizie di varia natura.
Per questo, durante l'Avvento, tempo in cui ho incontrato tante di queste difficoltà familiari, mi son posto seriamente una domanda: perché, Signore, ti sei fatto uomo? Quale obiettivo avevi? Chi te l’ha fatto fare? Sembra che dalla tua nascita 2000 anni fa il mondo non sia migliorato, anzi! Ti è costato addirittura la vita, ma sembra sia stato tutto inutile.
O uomo del terzo millennio, compagno di viaggio (non avversario!) nella scalata verso la felicità, forse ti sarà capitato di porti domande simili: "Chi me lo fa fare di accettare certe condizioni di lavoro?" – "Chi me lo fa fare di stare con questa persona da cui non ricevo più altro che indifferenza o maltrattamenti?" - "Chi me lo fa fare di accudire mia mamma ammalata?"– "Chi me lo fa fare di dire 'sì, giochiamo insieme' a mio figlio, dopo una giornata stressante?" – "Chi me lo fa fare di pagare le tasse, quando tanti altri ricchi non lo fanno?" – "Chi me lo fa fare di educare questo ragazzo che continua a fare di testa sua". Sì: chi ce lo fa fare?
Per me è una domanda difficile, ma decisiva. Quando non riesco a rispondervi, quelle fatiche diventano insoddisfazione, tristezza, rabbia.
Ma ora è Natale… e a Natale si è tutti più buoni e felici, non è vero?
No, io non lo credo e penso nemmeno te. I sorrisi sdolcinati "alla mulino bianco" non mi intortano, la vita reale è un'altra cosa e tu me lo insegni ogni giorno di più.
Proprio per questo è legittimo gridare: "Perché, Dio, ti sei fatto uomo?".
Personalmente, più vivo il mio rapporto con Cristo e più sperimento questa verità: condannati come siamo all'utopia menzognera dell‟AVERE, il Figlio di Dio si è fatto uomo per restituirci il primato dell’ESSERE! Parafrasando Shakespeare direi che oggi «Essere o avere? Questo è il dilemma!». Non ciò che possiedi dirà la tua importanza, ma ciò che sei. Non il tuo ruolo, ma il tuo stile! Come sai guardare negli occhi tuo figlio e dirgli, giocando con lui, "ti voglio bene, darei la vita per te"; come sostieni e non abbandoni il tuo amico nel dare quell'esame impossibile; come guardi quel collega di lavoro un po' matto o triste e gli dici "puoi contare su di me"; come, preoccupato dall'instabilità economica, sai lottare per il fine mese non perdendo di vista i volti dei tuoi cari che, ancor prima che soldi, ti chiedono amore.
Caro uomo del terzo millennio, il mondo ci soffoca letteralmente col "Natale dell‟avere", illudendoci che si trovi lì la nostra felicità. Ma, ti prego, non cadere in questa trappola, lascia che questo 25 dicembre sia il Natale di Cristo, cioè il Natale dell'essere. Lascia che l‟essenziale vinca, non il superfluo! Che ciò che realmente desiri - amare ed essere amato - sia la prima delle tue preoccupazioni, non la "cornice facoltativa" di un quadro pieno di altre cose da ottenere. Aiuta tuo figlio a crescere in questa logica, che – questa sì, al contrario di tutti i regali che gli farai – rimarrà in lui per la vita: non temere di non-fargli un regalo motivandoglielo con un "perché quei soldi li diamo alle famiglie che fanno ancora più fatica di noi". Costasse anche qualche lacrima o viso imbronciato, un gesto così sarebbe un seme potentissimo gettato nella sua vita, che a suo tempo crescerà - stanne certo - così come è germinato in me, a distanza di anni.
Carissimo, lottiamo insieme per una vita che SIA e non che ABBIA! Questo renderà fruttuoso il Santo Natale, che ti auguro di cuore VERO, ESSENZIALE e quindi FELICE!
Con affetto,
don Gabriele Lovati