Albese con Cassano, dicembre 2010
Anche quest'anno, come da diverso tempo, alcuni amici appassionati del Presepe si sono ritrovati sul sagrato della nostra Chiesa Parrocchiale per allestire la Sacra Rappresentazione della Natività.
Gli Amici del Presepe al lavoro, sul sagrato della Chiesa Parrocchiale.
«Ogni anno partiamo senza uno schema prefissato. Ci muove l'estro, la voglia, la passione di fare qualcosa per il nostro paese… e che riscuote anche un certo successo. Inutile fare i nostri nomi, sicuramente ci conoscete, non siamo tantissimi e abbiamo tutti superato gli "anta" tranne uno, molto più giovane, che da diversi anni ci segue e che purtroppo è rimasto l'unico della sua età (forza ragazzi, vi aspettiamo!): il freddo e "il non conoscersi" sono un freno per molti o, peggio ancora, alcuni sono attratti da altre rappresentazioni che poco hanno a che fare con il Natale.
La nostra è una rappresentazione tipicamente brianzola del Presepe. È costruito con materiale "povero", così come abbiamo appreso dai nostri padri e nonni molti anni orsono. In Italia, ogni regione ha il "suo" modo per costruire il Presepe – il più famoso è sicuramente quello napoletano, conosciuto in tutto il mondo, ricchissimo di personaggi e dettagli – ma noi, ovviamente, riteniamo che il "nostro", sia il più adeguato per la nostra gente, carico di tradizione e di una certa "poesia contadina" che lentamente sta scomparendo.
Nell'era del consumismo e della tecnologia, ci dobbiamo confrontare con una realtà che ci propone un'interpretazione più "moderna" del Natale: c'è il sofisticato albero di Natale con tutti i suoi giochi di luce (ora è diventato anche un'icona calcistica), non possiamo ormai più ignorare un certo signore che da metà novembre si aggira nelle città e compare sui nostri teleschermi con una lunga barba bianca, cappuccio con pon-pon, di rosso vestito, "gettando" confezioni regalo e non poco scompiglio fra i nostri bambini e relegando in secondo piano il vero significato del Natale… per non parlare di favole e leggende nordiche che poco hanno a che fare con la cultura del nostro paese.
Noi siamo rimasti fedeli (e tifiamo apertamente come degli "ultras") a un Bambinello che, con Maria e Giuseppe, riscaldato da un umile asinello e da un mansueto bue, ha scelto di nascere in una stalla, contornato da gente umile – lavoratori dei campi, come i nostri nonni – al quale, più tardi, hanno reso omaggio anche tre re saggi e molto potenti che, guidati da una stella, si sono prostrati ai suoi piedi.
Anche noi ci sentiamo dei pastorelli (un poco cresciuti) che vogliono ricordare le "buone tradizioni contadine", lontano da festose luci e anacronistiche leggende, rendendo omaggio a Gesù Bambino, così come fece san Francesco quando ideò il primo Presepe moltissimi anni fa, iniziando una tradizione che, per fortuna, ancora resiste!»
Buon Natale dagli Amici del Presepe