Sabato 12 giugno 2010, alle ore 9.00, a Milano, ordinazione sacerdotale dei candidati 2010 tra cui anche il nostro amico don Gabriele.
Sabato 12 giugno, a pochi giorni dalla chiusura dell’Anno sacerdotale, il cardinale Dionigi Tettamanzi ha ordinato in Duomo 17 nuovi preti diocesani e uno dell’ordine dei carmelitani scalzi. Alla solenne celebrazione hanno partecipato non soltanto i famigliari, ma anche moltissimi fedeli delle parrocchie di origine dei candidati e di quelle in cui hanno svolto il servizio pastorale.
Le storie personali dei futuri preti (presentati ufficialmente alla Diocesi nella scorsa Festa dei Fiori a Venegono) sono una diversa dall’altra:c’è chi è entrato in Seminario dopo l’università, chi dopo le superiori e chi dopo le scuole medie e ha fatto in tempo a frequentare il Seminario Minore. C’è chi ha lavorato come finanziere, professore o architetto. Qualcuno viene da Milano, altri provengono da Lecco, dalla Brianza o dalla provincia di Varese. I più giovani, i 24enni Giorgio Longo e Matteo Missora, hanno dovuto chiedere la dispensa al Vescovo per essere ordinati, mentre Marco Ferrandi, classe 1954, potrebbe essere il loro papà, ma nel cammino di formazione in Seminario la differenza di età non è mai stata un problema, anzi, un’occasione di scambio reciproco ed un motivo di crescita.
Ad unire tutti questi vissuti il comune “sì” alla chiamata di Dio e la decisione di affidarsi completamente a Lui, come recita il loro motto tratto da un salmo «Nelle tue mani è la mia vita». Anche l’immagine che i futuri preti hanno scelto per il loro tableau, una vetrata realizzata da Marc Chagall per la chiesa di Santo Stefano a Magonza, ha per protagonista le mani: quelle di Dio che, nella figura dell’angelo, pone l’uomo nel giardino dell’Eden, prima ancora di dargli la vita. «Il senso che vi abbiamo letto - spiegano i candidati - è ancora una volta quello dell’amore di sempre e per sempre di Dio che custodisce l’uomo nelle sue mani». Quella dei futuri preti sarà sicuramente una bella avventura, ma anche una sfida. Dovranno portare la loro freschezza nel mondo e mostrare il vero volto della Chiesa in una società che, soprattutto ultimamente, ha tanti pregiudizi nei confronti dei preti. «È vero - ammette mons. Peppino Maffi, rettore dei Seminari ambrosiani - in questi ultimi mesi siamo stati messi sotto accusa, ma quello che verifico quotidianamente è il desiderio di tutti di dire e testimoniare la serenità grande di una vita dedicata al Signore».
Da domenica 6 giugno al giorno dell’ordinazione i candidati sono stati impegnati in una settimana di esercizi spirituali a Rho accompagnati dai genitori e i famigliari più stretti che in questi anni hanno condiviso la nascita e la maturazione della vocazione. «Io e i miei genitori stiamo cercando di vivere questi momenti - spiega Giorgio - nella fede e nella gioia, consapevoli di ciò che Dio sta compiendo in noi e per le nostre comunità, attraverso un dono così grande come il sacramento dell’ordine».
«Quando a 55 anni - interviene Marco - capisci che il Signore non si accontenta di ciò che finora ti ha dato, ma ti chiama ad una vita ancora più piena e realizzi che lo fa perché ti vuole bene, questo basta per guardare con ottimismo al futuro».