Agosto 2015
«Fermarsi non si può.» (don Luigi Guanella)
Don Marco ci aveva ben preparati: «la proposta del cammino guanelliano, ancor prima che un macinare chilometri, vuole essere occasione per un percorso interiore che, attraverso l’opera di un grande uomo di Dio, possa avvicinarci sempre di più a Gesù».
Partiti dal “campo base” di Chiavenna, la casa guanelliana “Il Deserto”, ci siamo resi subito conto che le nostre giornate sarebbero state scandite da questa ricerca interiore: la preghiera delle lodi prima di colazione, la S. Messa quotidiana, i vespri e la rilettura del vissuto; l’immergersi nei luoghi natali (Fraciscio, Gualdera, Campodolcino), quasi increduli che tanta umiltà possa produrre dei frutti così grandi.
Con noi anche 7 seminaristi africani, per la prima volta sui luoghi del fondatore della loro congregazione, che non nascondevano gioia, stupore e commozione.
Ma non solo questa intensa spiritualità: don Guanella, da buon prete montanaro, amava “volare alto” ma tenendo i piedi bene in terra; una concretezza, tradotta in opera, che si può toccare con mano nella casa “Madonna del Lavoro”, a Nuova Olonio (paese letteralmente ri-fondato da Don Guanella, che per primo avviò le opere di bonifica di quel territorio paludoso e malsano all’estremo Nord del lago di Como) che accoglie disabili, anziani, profughi…
Poi sicuramente (ci mancherebbe) i percorsi, la natura, i luoghi: la salita di 2.887 gradini per arrivare a Savogno, che lo vide parroco per 8 anni; percorrere la verdeggiante piana che costeggiando il torrente Liro porta da Campodolcino al santuario di Gallivaggio, per poi proseguire arrampicandosi fino ad Olmo, tappa di riflessione e quasi esilio per quel prete la cui opera sociale, fino a quel momento, era stata tenacemente osteggiata dalle autorità civili e poco compresa dai superiori ecclesiastici.
Dopo il fallimento di Traona, «Il don Guanella che scende da Olmo non è lo stesso che vi era salito qualche mese prima», una frase di don Marco che risuona nella discesa verso Chiavenna, il cui significato è ancora da comprendere appieno ma che sembra già portare con sé un buon messaggio per noi in cammino: davanti alle avversità non scoraggiamoci, affidiamoci alla preghiera, rileggiamo i nostri fallimenti, confidiamo nella provvidenza. Quella provvidenza che, da li in poi, aprì le ali a quel servo della carità: gli anni a Pianello (che bello il sentiero meditativo di Camlago!), formando il primo nucleo della congregazione femminile e preparando la fondazione a Como; quella casa madre (Casa della Divina Provvidenza) dove arriviamo dopo una settimana di cammino, per inginocchiarci davanti alla tomba del Santo e partecipare alla S. Messa celebrata per noi pellegrini da don Marco Grega (superiore provinciale guanelliano).
Don Luigi Guanella (1842-1915) è un Santo comasco ancora tutto da scoprire: arrivare da Fraciscio a Como, in occasione del centenario delle sua morte, è stato un buon punto di partenza.
Cosimo Schirò
Discesa da Olmo.
Savogno.
Traona: Chiesa di S. Alessandro ed ex casa coadiutorale.
Traona: salita verso l'ex convento di S. Francesco.
Le guide guanelliane: fratel Franco, suor Anna, don Marco.
I pellegrini a Camlago.
A Como, nelle sale del Museo don Luigi Guanella.
Como: in ginocchio davanti al santo nel Santuario del Sacro Cuore.
Per saperne di più: www.suipassididonguanella.org